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28 ottobre 2010

CASCINA LA PERTICA - Il Colombaio 2009

Ingresso Cascina La Pertica
Visitata a Gennaio di quest'anno, insieme alla mia ragazza, Cascina La Pertica è una bellissima azienda del garda, vicino a Salò. Zona classica del Groppello e del Marzemino bresciano (da non confondere con quello trentino che si declina in bottiglia in modo assolutamente differente) mi ha colpito soprattutto per la decisa virata verso la biodinamica che il patron Andrea Salvetti ha iniziato da qualche anno. La tenuta si estende per circa 35 ha, di cui 14 a vigneto e 5 a oliveto. La presenza del lago di Garda, favorisce un clima mediterraneo con estati calde e ventilate e inverni miti. I vitigni presenti a Cascina La Pertica sono divisi tra varietà autoctone, quali Groppello, Marzemino, Barbera, Sangiovese e Erbamat, e alcuni vitigni internazionai quali Cabernet Sauvignon e Frac, Merlot e Chardonnay.


Vigneti
Fino al 1999 la coltivazione della vite era di stampo convenzionale, ora si è passati alla biodinamica, per ripristinare il "ciclo chiuso". La biodinamica, così ci spiega il titolare, ha avuto come ispiratore, l'austriaco Rudolf Steiner, il quale propose nel 1924, quando ancora l'agricoltura chimica non esisteva, i tre principi base:
1. Mantenere fertilità alla terra.
2. Rendere sane le piante in modo che possano resistere alle malattie.
3. Produrre alimenti di alta qualità.
La biodinamica parte dalla conoscenza globale del pianeta e del suo rapporto con il cosmo, ossia la cosciente utilizzazione delle forze naturali. Tre solo le espressioni fondamentali di queste forze naturali.
1. Liberazione nella terra di materie naturali nutritive necessarie alla pianta.
2. L'inspirazione dall'atmosfera alla terra per mezzo delle piante.
3. Rispettare l'autoregolazione che esiste in tutti gli organismi viventi.
Praticamente uno stile di vita... Non solo il non utilizzare materie chimiche e veleni vari, ma fare in modo che l'armonia della terra aiuti il modo di vivere...
E ora le degustazione...

COLOMBAIO 2009
Vino prodotto con uve Groppello gentile 100%, proviene da una vigna di quasi un ettaro con una densità di 6500 ceppi e una resa di circa 70 quintali. Raccolta a mano nella seconda metà di settembre, dopo la diraspatura e la pigiatura la fermentazione avviene a temperatura controllata in piccoli fermentini. La macerazione dura circa 8/10 giorni a 28° viene posto per 4 mesi in vasche d'acciaio per l'affinamento.
Nel bicchiere ha un aspetto veramente invitante... Colore rosso rubino brillante estremamente limpido... Al naso offre immediatamente sentori classici di frutti rossi, con in evidenza il lampone su tutto. In seconda battuta escono anche diversi profumi floreali di viola. 
In bocca evidenzia subito una discreta armonia e un buon equilibrio... Un vino caldo e morbido, che con una interessante schiena acida, sostiene una delicatezza fruttata si spessore... Anche la persistenza gustativa è rilevante... Un vino comunque schietto e beverino che può essere facilmente gustato anche con qualche anno di ulteriore affinamento... Non conoscevo personalmente l'uva Groppello e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso... Cercherò in futuro di assaggiare altre declinazioni di questo vitigno...
Nota a margine... il tappo! Come quello della foto, in vetro... Devo dire, una seconda piacevole sorpresa...



23 ottobre 2010

DOMAINE BILA-HAUT: Occultum Lapidem 2003

Mamma quanto mi piace questo vino francese a base Syrah con contaminazioni di Grenache e Carignan... Prodotto della denominazione Roussillon nel Sud della Francia, questo vino subisce una macerazione di 2/4 settimane a seconda delle annate, verificata in base ad assaggi quotidiani... Il vino affina per circa18 mesi per un 50% in vasca e per il restante in botti grandi di rovere di slavonia...
Lo comprai diversi anni fa via internet, ed era giunta l'ora di controllare l'invecchiamento...
Devo dire che ci siamo quasi: probabilmente arriverà a piena maturazione tra un annetto, ma anche adesso è veramente piacevole..
Nel bicchiere si rivela immediatamente di un colore rosso granato molto profondo, quasi cupo.
Al naso bisogna pazientare un pò e sapere aspettarlo... Sulle prime escono i sentori classici dell'uva, quindi un fruttato pieno e caldo che vira decisamente verso la confettura. Sul finale escono chiare linee balsamiche con odori di macchia mediterranea...
In bocca si avverte un'esplosione devastante di polpa e frutto... poi si evolve fino a sentori di caffè e liquerizia.. Qualcosa di unico... Il tannino è già ben fuso nel prodotto e aita l'acidità a dare grande equilibrio..

22 ottobre 2010

SOBRERO FRANCESCO - Nebbiolo 2007

Flavio Sobrero
16 ettari di vigneto nel cuore della zona di Castiglione Falletto in ben 6 cru molto importarti e 3 ettari a Canelli nel cuore del Moscato. I cru (Pernanno, Villero, Ornato, Piantà, Valentino, Amellea) danno luogo a vini interessati, complessi e longevi. Dal cru Villero nascono Dolcetto e Barbera, dal Pernanno il Barolo riserva e da un sapiente blend degli altri arriva il Barolo Ciabot Tanasio, nominato quest'anno dall'Espresso uno dei migliori 10 Baroli dell'anno. Oltre a questi vini, i Sobrero producono anche Barbera d'Alba, Dolcetto d'Alba, un langhe bianco a base Chardonnay, il Moscato d'Asti, il Barolo Chinato e non ltimo un ottimo Nebbiolo d'Alba, soggetto della degustazione.



Questo vino, nato nel 2001 con la sua prima annata, dopo la raccolta fa una fermentazione a temperatura controllata per circa 8-10 giorni e dopo la svinatura viene tenuto sempre in acciaio fino al termine della malolattica. Terminato il periodo viene messo in botti di rovere di slavonia da 35 ettolitri per 6 mesi.
Nel bicchiere si presenta con un colore rubino intenso con riflessi violacei assolutamente limpido. Al naso denota subito un bouquet complesso che miscela note di frutta rossa e spezie. Dal lampone al pepe con un leggero sottofondo balsamico molto gradevole. In bocca si presenta subito con una stoffa importante. Caldo e morbido al primo impatto, rivela una trama tannica importante ma equilibrata, e un'acidità assolutamente composta. Un finale molto lungo e equilibrato, fa da cornice a una polposità molto composta.
Insomma sicuramente un vino molto interessante, che può durare alcuni anni in cantina senza problemi.

20 ottobre 2010

CANALICCHIO FRANCO PACENTI - Brunello 2001

Ho conosciuto Franco diversi anni fa, alla ricerca di un Brunello interessate nel prezzo oltre che nel gusto per l'enoteca con cui collaboravo... Dopo diversi assaggi rigorosamente in zona, mi sono imbatuto in questa piccola cantina sulle psndici dei colle che porta in paese a Montalcino... Mi ha colpito immediatamente la schiettezza della persona, e la grande passione con cui parla dei suoi vini... Poche sere fa mi sono deciso ad aprire il suo Brunello 2001 per capire a distanza di 3 anni dal primo assaggio come si fosse evoluto in bottiglia...
E devo dire che è assolutamente migliorato anche se da questo prodotto mi aspettavo qualcosa di più dopo 9 anni, ma non è ancora arrivato a piena maturazione...

Dunque: aperto solo 30 minuti prima di assaggiarlo (non sono dell'idea che un vino debba essere aperto ore prima, basta avere la adeguata pazienza una volta versato nel bicchiere), si è presentato con un colore rosso scuro con evidenti riflessi granata, molto piacevoli e intriganti... Al naso, oltre l'alcool, si fa notare per un complesso insieme di profumi, che cambiano con costante tempistica... Una profondità olfattiva molto complessa, che parte da un frutto leggermente cotto (confettura di sottobosco), fino a virare nel giro di una ventina di minuti alla terrosità con una nota selvatica di pelle bagnata assai intrigante. In bocca si alza carnoso e caldo, potente e agile allo stesso tempo, con una trama tannica ancora decisa ma fondamentalmente già completa e assorbita dal vino...
Credo che per altri 2 anni sarà un piacere berlo (e ne ho ancora una bottiglia) e lo farò sicuramente...

17 ottobre 2010

LE 10 REGOLE D'ORO DI CHI AMA IL VINO

Ho letto su un interessante blog del mondo del vino (intravino), un simpatico decalogo che condivido, e che quindi, riporto (leggermente modificato, ma non nel contenuto) e aggiungo il link per leggere l'originale:






1 ) Non te la menare | Questo è il primo e più importante comandamento. Sii pronto a ricacciare indietro il celolunghismo in ogni sua forma, pensando a quanto poco sai di biologia molecolare o di storia delle relazioni internazionali. Se proprio devi sfogarti, fallo con chi ti sfida con frasi del tipo: “Il 2005 in Bovgogna mi sembva sopvavvalutato, ho assaggiato degli Ovegon che invece…”.

2 ) Assaggia tutto e ogni volta che ne hai l’occasione | Se puoi cerca di farlo “alla cieca”, senza sapere prima di cosa si tratta e ogni tanto non disdegnare (basta una volta ogni sei mesi) un vino “ordinario” dal bottiglione: ti aiuterà a ricordare da dove vieni e soprattutto quanto te la stai spassando adesso.

3 ) Adotta un piccolo produttore | Sceglilo in base ai vini e alle affinità. Vai a trovarlo, compragli i vini e seguilo di vendemmia in vendemmia. Scoprirai la gioia di conoscere un vino e un territorio da vicino.

4 ) Fatti adottare da un onesto enotecario | Ti aiuterà a muoverti, a scoprire nuovi mondi e a risparmiare soldi. Come scerglielo? È semplice: innanzitutto deve essere simpatico e in secondo luogo devi osservarlo mentre parla dei suoi vini preferiti: se vedi una luce che gli si accende negli occhi e non riesci più a farlo smettere, non c’è dubbio, farà al caso tuo. Attenzione però: il tuo palato è sovrano, se non ti piace un vino non è perchè non lo capisci, è perchè non ti piace.

5 ) Privilegia i produttori che hanno a cuore l’ambiente (bio-qualcosa, per intenderci) | Il vino buono ha bisogno di una natura non strapazzata.

6 ) Non bere mai da solo | Il bello del vino è la socialità e poi se si divide, si risparmia.

7 ) Monopolizza garbatamente la carta dei vini al ristorante | Non per tirartela, ma perché è qui che si mette in pratica il tuo esercizio per il fine ultimo cui ogni buon enofilo deve tendere, ovvero il momento delle tre “G”: good food, good company, good wine.

8 ) Vai almeno una volta al Vinitaly rimanendo sobrio (non soberrimo, ma sobrio) | Non serve arrivare a Verona per bere come spugne fino a non distinguere più un Cerasuolo abruzzese da un Barolo. Il bello è assaggiare tanti vini sputandoli con diligenza. Poi non siamo mica alla fiera del masochismo, i più buoni si deglutiscono magari facendo il bis.

9 ) Leggi un po’ di tutto, ma soprattutto quello che ti annoia meno | Rifuggi la stampa da setta di intenditori che sciorina descrittori e sentenzia ogni due righe con malcelata retorica. La vita è già troppo breve per bere male, figuriamoci per leggere male di vino.

10 ) Costruisciti un percorso personale | Appassionati a un vitigno, a una zona, a una tipologia e scoprila pian piano, senza fretta, senza usare i punteggi come bussola, ma saltando di etichetta in etichetta a seconda delle occasioni, degli spunti, della casualità, delle notizie volanti. E infine, quando ti sentirai abbastanza forte da poter essere guida a tua volta, fai del sano proselitismo. Il vino buono ha bisogno di bravi bevitori. Racconta ai tuoi commensai come sei arrivato ad un vino, chi lo fa, la sua storia e quali ricordi ti legano alla bottiglia. Intanto, ricolma i loro bicchieri.

LINK DELL'ARICOLO

16 ottobre 2010

VINITALY 2010: TENUTE DETTORI

Ultima cantina visitata al Vinitaly 2010: le Tenute Dettori...
Conosco Alessandro da 9 anni... Devo dire che l'ho "scoperto" quando ancora nessuno parlava di lui, e tramite me ha realizzato il suo primo sito internet...
Lo tengo per ultimo al Vinitaly, come sempre, perchè i suoi vini normalmente hanno una lunghezza tale in bocca, che si dovrebbe interrompere le degustazioni per un'ora prima di assaggiare un altro vino...
La cosa che più mi ha colpito è stata una dicitura particolare che ho trovato in retroetichetta...
Non avevo mai trovato scritto su una bottiglia di vino: INGREDIENTI!!!!
E dopo i due punti cosa trovo scritto??? UVA, ZOLFO. Basta... Geniale!!!

Poi vi vorrei sottoporre quello che Alessandro scrive sul suo sito riguardo i suoi vini: "Quando inizia la nuova annata vinicola non penso di “cogliere” l’uva per poter ottenere il Dettori 2000 oppure il Tuderi 2001. Voglio fare i miei Tre Cannonau: è Vero. Ma secondo le condizioni climatiche
dell’annata. Ecco perché mi diverto a fare il vino. Assaggiando il Tuderi 2001 noto che l’uva e l’uomo che lo ha fatto sono le stesse, ma rispetto al 2000 ha delle peculiarità differenti che mi incuriosiscono, che mi fanno esclamare: “Pensavo avessi compreso cosa fosse il Tuderi”. Accade con tutti i miei vini. Tutto ciò per comunicarvi che difficilmente troverete una “Obbligata” continuità nel gusto dei miei vini. Questa è natura il resto è industria."
Ma veniamo alla degustazione...


Dettori Bianco 2007 - Vermentino 100%
Vino che sopporta 3 anni di vasca d'acciaio e assaggiato con solo una settimana di bottiglia.
Si presenta nel bicchiere con un colore dorato veramente eccellente, un naso caldo morbido e avvolgente con netti sentori floreali. Una alcolicità particolarmente spiccata. In bocca attacca deciso con sentori balsamici e un equilibrio acido ineccepibile... Un vino assolutamente pieno e lungo che ben sopporta i suoi 15,5 gradi.






Ottomarzo 2007 - Pascale 100%
Altro prodotto costretto per 3 anni in vasca, ma che si presenta come una scoperta incredibile. Non avevo mai assaggiato l'uva Pascale e devo dire che è stata una piacevolissima sorpresa. Si presenta in etichetta con 16 gradi alcoolici ed la bottiglia è dedicata al nonno nato appunto nella data indicata.
Agli occhi noto immediatamente un colore rubino carico con interessanti riflessi violacei, al naso oltre all'immancabile alcool trovo un buoquet particolarmente sfaccettato di frutti rossi maturi e di confettura. In bocca prosegue la mia personalissima guerra con l'alcool (non è una nota negativa) e mi avvolge una calda sensazione di pienezza... Assolutamente equilibrato e corrispondente al naso. Sono molto soddisfatto di questo mio primo incontro con il Pascale...




Chimbanta 2006 - Monica 100%
Uva che nell'immaginario collettivo è sinonimo di prodotto per tagliare vini più buoni, Canonau in primis... E invece ha assolutamente una sua ragion d'essere... A me personalmente piace tantissimo...
Anche in questo caso parliamo di un vino con 16 gradi alcoolici, che però assolutamente non si fanno sentire (più di tanto) e questo è un grande pregio.
Nel bicchiere si presenta con un colore scuro, quasi blu (motivo per cui veniva aggiunto in taglio al cannonau, appunto per aumentare il colore del vino) quasi impenetrabile.
Al naso si presenta alcolico e caldo con in netta esposizione note di uva sultanina e di marron glacé... Spettacolare....
In bocca mantiene ovviamente le aspettative con una tannicità importante ma non ruvida, sicuramente già a buon punto nella fusione con il vino. Allo stesso tempo propone una morbidezza intensa e sentori balsamici. Un grnadissimo prodotto per un uva solitamente poco interpretata.


Dettori 2005 - Cannonau 100%
E arriviamo al top di gamma... Un cannonau visionario, che però quando lo assaggi si materializza in bocca con un mix di potenza e setosità quasi allarmante...
Con i suoi 15, 5° è forse il più leggero dei vini di Alessandro, ma questo non significa che non abbia il suo perchè... Nel bicchiere si presenta con un colore granato intenso con riflessi aranciati non certo dovuti alla longevità, con una brillantezza quasi esasperata.
Al naso si presenta con un filo di riduzione, dovuta al fatto che la bottiglia era stata appena aperta, ma fatto girare nel bicchiere, dopo poco esplode con un insieme di frutta cotta e balsamicità senza eguali...
In bocca poi si esalta: un tannino morbido ci accompagna all'interno del vino, che si presenta con una imponente grassezza che pulisce meglio di un "Mastrolindo" e una tonicità che mi lascia basito. L'equilibrio che si evince è spettacolare: acidità e pienezza in armonia con le note nasali che si ripropongono integralmente in bocca. Un prodotto di grande impatto e di assoluta longevità.

15 ottobre 2010

RIPARTIAMO...

...DAL MONTEPULCIANO D'ABRUZZO - VIGNETI RADICA

Dopo molto tempo, riprendo a scrivere della mia passione... Piano piano, aggiornerò il blog con le degustazioni fatte da Vinitaly in poi... E già che ci sono parlo subito di un vino molto interessante che sto degustando...

Montepulciano d'Abruzzo 2009 - Vigneti Radica

Vino interessante... Questo Montepulciano dell'azienda "Vigneti Radica" viene raccolto verso la metà di ottobre, affina in acciaio e per un 30% in legno usato. Al colore risulta di un bel rosso rubino, leggermente cupo... Al naso sforna un eccellente bouquet di frutta, dal sottobosco alla ciliegia. In bocca da una bella sensazione di pienezza, con una dolcezza diffusa ma non invadente di vaniglia e di spezie... Tannino completamente fuso con il prodotto, forse anche troppo. Questo mi fa pensare a una bassa possibilità di ulteriore evoluzione in bottiglia... Nel complesso comunque un vino più che discreto che ben si accompagna alla classica cucina abruzzese...